AMOC: la corrente Nord Atlantica ai minimi storici

Siamo in un’epoca in cui il riscaldamento della superficie terrestre e degli oceani sta superando i massimi storici. Basti pensare che il 2023 è stato uno degli anni più caldi mai registrati ad oggi. 

Questi cambiamenti in atto possono portare a conseguenze ed eventi più o meno visibili. Tutti ci rendiamo conto che le temperature sono più alte e ormai anche qui in Italia stiamo sperimentando gli effetti di cambiamenti atmosferici estremi come siccitá ed alluvioni. Ma questi avvenimenti non sono altro che il mutamento di processi molto più complessi e poco visibili come appunto la variazione delle correnti oceaniche.

Una parte di tali correnti è il capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (AMOC, Atlantic meridional overturning circulation) che ha un importante ruolo di regolazione del clima poiché distribuisce il calore sul pianeta.

Cos’è l’AMOC

Un processo importantissimo che regola il clima è sicuramente la circolazione termoalina che interessa tutto il globo e dipende dalla differenza di temperatura e salinità che vanno a definire la densità delle acque. In questa circolazione ogni goccia d’acqua impiega 100 anni per tornare al suo punto di partenza. Tale circolazione permette un mix continuo degli oceani ed uno scambio di energia in tutto il globo.

Per capire meglio come funzionano le correnti oceaniche

L’AMOC è una parte di tale circolazione e può essere definito in ‘nastro trasportatore’ che  trasporta calore e nutrienti dai tropici all’Atlantico settentrionale. Come sappiamo la densità delle acque è dovuta a due fattori: la temperatura e la salinità. Densità minori corrispondono a temperature più alte e salinità minore, viceversa per le densità maggiori. 

Nell’Atlantico le acque inizialmente sono meno dense e scorrono in superficie. Muovendosi verso Nord l’acqua evapora ed aumenta quindi la salinità. Arrivate nelle regioni settentrionali più fredde l’acqua raggiunge una densità tale da sprofondare e tornare verso sud fino all’Antartide.

Grazie alle sue proprietà è considerata uno degli elementi cardine per la regolazione del clima terrestre. Per questo l’IPPC (Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) nel suo report del 2014 l’ha inserita nei sistemi importanti per la regolazione del clima. Questo report inoltre definisce per questi sistemi naturali dei tipping point ossia dei punti di non ritorno che se vengono superati possono portare a grandi ed irreversibili cambiamenti nei sistemi stessi.

Nell’immagine sono riassunti i 9 principali sistemi climatici di cui sono stati riconosciuti i limiti entro cui dobbiamo stare per far si che non ci siano enormi cambiamenti nei sistemi climatici globali

L’AMOC si è sempre presentata in modo ciclico e con un tempo costante, almeno fino ad ora. Due importanti fattori che stanno influenzando queste correnti sono da una parte lo scioglimento dei ghiacciai e dall’altra le sempre più abbondanti piogge (diminuendo la densità dell’acqua a Nord). Questo comporta una minore differenza di densità tra le acque che vengono dai tropici (già meno dense perché più calde) e quelle presenti a Nord con una successiva discesa rallentata delle acque verso le profondità.

Conseguenze dei cambiamenti dei cicli dell’AMOC

Se questa corrente rallentasse abbastanza, o addirittura si interrompesse ci sarebbero enormi squilibri a livello mondiale. In alcuni studi fatti negli ultimi anni, si è potuto fare delle predizioni sul futuro se ciò accadesse, e gli scenari sono tutto tranne che positivi.

Infatti, se l’AMOC dovesse rallentare o cessare ci sarebbe un primo raffreddamento di tutto il nord Atlantico con l’avanzamento dei ghiacciai del Polo, nonché un enorme cambiamento nelle piogge tropicali, un aumento delle tempeste in Europa ed un innalzamento del livello del mare fino a mezzo metro o oltre.

Per quanto riguarda l’aumento dei ghiacciai, più ghiacci significa più superficie bianca che riflette la luce, e più luce riflessa significa un riscaldamento minore del pianeta. Questo comporterebbe un raffreddamento di tutto il nord del globo.

In particolare in uno studio del 2022 si ipotizzano scenari futuri in cui se si stoppasse l’AMOC ci sarebbe non solo un raffreddamento del nord atlantico ma anche delle medie latitudini in 10 anni e latitudini tropicali in 20 anni. Avverrebbe anche il raffreddamento del Nord Pacifico in 5 anni e per l’effetto albedo (ossia la misura la capacità di riflessione della radiazione luminosa) poi si raffredderebbe piano piano tutto l’emisfero boreale ed, al contrario, un riscaldamento dell’emisfero australe. 

Il grafico mostra come cambierebbero le temperature se l’AMOC variasse nel tempo. Credit: Met Office Hadley Centre Climate Briefing Note

Il report del’IPCC del 2018 basato sul Climate Model Intercomparison Project (CMIP) però riporta che tale scenario sia abbastanza improbabile perlomeno fino alla fine del ventunesimo secolo. 

Il nuovo studio

Il nuovo studio 

Nel nuovo articolo di Marzo 2023 ‘Warning of a forthcoming collapse of the Atlantic meridional overturning circulation’ però mette tutti in allarme in quanto sostiene che il collasso definitivo dell’AMOC avverrà tra il 2025 e il 2095 con una probabilità del 95%

Per le analisi gli scienziati hanno utilizzato i dati sulla temperatura della superficie del mare che risalgono al 1870 come proxy del cambiamento di forza della corrente Amoc nel tempo. L’analisi si basa però sull’aumento delle emissioni di gas serra senza misure di mitigazione rispetto alla situazione attuale.

Per questo capiamo quanto sia necessario un cambiamento nelle nostre attività per poter aiutare a mitigare i cambiamenti climatici e invertire la rotta da un futuro incerto ad uno dove potremmo continuare a godere delle meraviglie del nostro pianeta.

ColMare

Bibliografia e sitografia

Ditlevsen, P., & Ditlevsen, S. (2023). Warning of a forthcoming collapse of the Atlantic meridional overturning circulation. Nature Communications, 14(1), 1-12.

https://www.ipcc.ch/

https://www.reteclima.it/tipping-points-ambientali-e-riscaldamento-climatico/

Max, L., Nürnberg, D., Chiessi, C. M., Lenz, M. M., & Mulitza, S. (2022). Subsurface ocean warming preceded Heinrich Events. Nature Communications, 13(1), 4217.
Orihuela-Pinto, B., England, M. H., & Taschetto, A. S. (2022). Interbasin and interhemispheric impacts of a collapsed Atlantic Overturning Circulation. Nature Climate Change, 12(6), 558-565.