eaSeapodcas: la biologia marina a portata di smatphone

Abbiamo fatto due chiacchere con Lorenzo Ugo Conti, ideatore del podcast eaSea podcast: la biologia marina a portata di smatphone. Se non lo avete ancora ascoltato ve lo consigliamo perché è davvero interessante! Ma non prima di aver letto la sua intervista.

Ovviamente non può mancare la domanda di rito, cos’è per te il mare?

Non vorrei generalizzare dicendo che per me il mare è tutto, ma sotto sotto ci andiamo vicini. È una fonte d’ispirazione, un luogo dove rilassarsi o dove andare all’avventura e per questo sento la responsabilità di dover contribuire in qualche modo alla sua tutela.

Per noi è molto importante mostrare alle persone che ci seguono le varie possibilità nel campo della biologia marina sia a livello universitario che lavorativo e pensiamo che le interviste siano un buon mezzo per portare avanti la nostra idea e aiutare chi si vuole approcciare questo mondo. Tu che percorso hai intrapreso da quando hai deciso di dedicarti al mare? 

Il mio percorso di studi si è sviluppato attraverso una triennale in Scienze Biologiche presso l’Università di Pisa, seguita dalla laurea magistrale in Biologia Marina presso Il Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “G. Bacci” di Livorno (CIBM). Qui mi sono specializzato in Biologia della Pesca, su cui poi ho anche scritto la tesi. Già dopo la triennale la mia idea era di indirizzarmi al mondo del lavoro in Guardia Costiera. Per questo tra le due lauree ho fatto anche un anno di esperienza come VFP1, ma alla fine mi sono trovato a lavorare in un eliporto, lontano dal mare. 

Dopo la Laurea Magistrale sentivo il bisogno di girare un po’ il mondo per questo ho preso il brevetto Dive Master e sono andato a fare la guida turistica in Egitto. E’ stata un’esperienza molto interessante e immergersi in Mar Rosso è decisamente diverso dal Mediterraneo (senza nulla togliere al Nostro Mare). 

Poi però è arrivato il Covid e la società per cui lavoravo è fallita. Questo mi ha costretto a tornare in Italia, dove mi sono dedicato all’insegnamento di matematica e scienze in una scuola media. Nel mentre ho fatto il corso per entrare in Guardia Costiera come ufficiale

Puoi entrare più nel dettaglio di come si entra a far parte della della guardia costiera e qual è il lavoro che viene svolto?

Da poco ho finito il mio percorso in Guardia costiera iniziato nel 2021 a Piombino come Ufficiale in II. Qui avevo ruoli come controllo della pesca, scarichi a mare, gestione del personale e soccorsi. Nell’ultimo periodo invece mi occupavo nello specifico della tutela dell’ambiente. Ad esempio mi è capitato di gestire alcuni sequestri di ricci di mare a pescatori abusivi oppure il controllo delle fognature per vedere se gli scarichi erano regolari. Ho gestito anche alcuni spiaggiamenti come quello di un tursiope e di una stenella del 12 Febbraio scorso.

Per quanto riguarda come entrare in Guardia Costiera ci sono diversi percorsi. Io posso darti una panoramica su quello che ho fatto io che era per Ufficiali in ferma prefissata che dura due anni e mezzo e può essere fatto fino a 38 anni. 

Per poter accedere è necessario un partecipare ad un concorso che a mio parere personale non è troppo complicato da sostenere. Presenta quiz di logica, attitudinali e esercizi fisici. La parte più difficile arriva una volta vinto il concorso perché oltre alla preparazione teorica c’è anche una notevole quantità di attività fisica da svolgere per il superamento dei test finali come i 5km da fare in 23 minuti. Il corso prevede un periodo di formazione della durata di tre mesi e alla fine sei mandato nelle sedi in giro per l’Italia a seconda delle esigenze e di una graduatoria di merito. 

Generalmente per gli Ufficiali in ferma prefissata non è previsto l’imbarco a bordo delle unità navali, poichè è un percorso riservato a chi si trova in servizio permanente (la formazione ha una durata 5 anni). 

Nel tuo lavoro nella guardia costiera immagino vi dobbiate interfacciare molto con i pescatori

Ovviamente! Collaboriamo moltissimo con i pescatori perché essi sono uno zoccolo importante dell’economia italiana. Il nostro obiettivo è proprio quello di far capire quali sono le giuste norme da seguire e controllare che vengano rispettate.

Qui in Toscana poi la situazione è abbastanza idilliaca perché i pescatori sono soliti rispettare le leggi previste. Poi come sempre ci sono delle eccezioni. Rammento per esempio l’intervento di rimozione delle trappole per polpi attuata da Sea Shepard nel 2022, oppure i pescatori abusivi di ricci che sono aumentati negli ultimi anni. Arrivano la notte dal Sud Italia, soprattutto dalla Puglia poiché in quelle zone si sono quasi estinti e quindi hanno un valore molto alto. 

Vorrei ora passare all’altra parte della tua carriera parlando del podcast. Come hai deciso di creare eaSea podcast?

Oltre alla Laurea Magistrale ho fatto un master telematico in comunicazione scientifica di primo livello all’Università di Parma chiamato Master Cose. In realtà è più improntato sulla comunicazione in campo medico però poi spazia molto su tutto. Durante il corso ti spiegano come comportarsi in pubblico, ti danno indicazioni sul public speaking ed il master in generale serve per introdurti al mondo del lavoro

Tutto però è nato in Egitto perché come ho già detto di giorno facevo la guida naturalistica, ma poi di sera i lunedì, mercoledì e venerdì avevo a disposizione le serate per parlare dei temi della biologia marina a cui partecipavano gli ospiti dell’albergo dove lavoravo. A volte c’erano 10 – 20 persone ma altre arrivavo a 100 persone. Parlavo di coralli, squali, delfini e in generale temi molto semplici per educare le persone a come approcciarsi al mare e rispettare la natura. 

L’idea mi è piaciuta e ho pensato di fare qualcosa di mio, però la timidezza all’inizio mi frenava, finché non ho pensato al format del podcast. E’ un modo per comunicare e raccontare, ma in modo un po’ più intimo perché comunque non ci metti la faccia.  

Come ti prepari per la realizzazione dei vari episodi?

Solitamente prima trovo l’argomento, che può variare da una notizia recente o da eventi passati o organismi che mi affascinano. Poi accumulo informazioni tramite siti e notizie di cronaca, articoli scientifici. Ed infine su quello che apprendo ci creo una storia. Un esempio che posso rammentare è l’episodio “La rivincita degli echinodermi – la lunga strada che ha portato alla tutela dei cetrioli di mare”. Di base parlo di oloturie e di come siano passati da essere organismi di cui non importava a nessuno ad esserne vietata la pesca. Pensa che se lo tieni in barca vieni perfino multato. 

Una cosa che penso sia molto importante mentre scrivo è di non raccontare solamente il fatto, ma di metterci un po’ di storytelling per rendere la narrazione avvincente. Poi ci collego cose che magari mi sono successe personalmente, ad esempio tornando alle oloturie, mentre lavoravo mi sono occupato di un lavoro simile a quello raccontato, ma sui ricci di mare. 

Un altro esempio sono gli episodi sui mammiferi marini (Mammiferi alla conquista dei sette mari – Cetacei edition e Le astuzie dell’Homo sapiens): mi piaceva l’idea di raccontare come ci comportiamo noi esseri umani sott’acqua, ma sono voluto partire da come i cetacei si sono adattati a vivere in mare per poi passare alla subacquea.

Per noi fan del tuo podcast, hai intenzione di fare anche la 3 stagione?

Quando ho iniziato non sapevo come sarebbe andata, però mi sto rendendo conto che il podcast piace e questo mi da emozione quindi finché ho idee continuerò.

Siamo contenti di sentirtelo dire, aspettiamo gli episodi futuri!

ColMare